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Il 35 % del territorio del Cantone di Ginevra è costituito da superficie agricola utile (SAU) destinata principalmente alla produzione vegetale. Quella animale, però, desta interesse per come si è evoluta la filiera avicola. La prospettiva di un crollo dei prezzi dei cereali ha spinto un agricoltore a lanciarsi, nel 2001, nella produzione di polli ruspanti. In un secondo tempo sono state trasformate le infrastrutture per la macellazione del pollame. Nel 2015 ha preso il via un’importante produzione di uova ginevrine e l’anno seguente due agricoltori hanno costruito due pollai per l’ingrasso.

La trasformazione della filiera avicola ginevrina coinvolge tutti i suoi attori e si estende ad esempio fino al mulino che ha dovuto adattare le sue strutture in modo da produrre foraggio sufficiente per coprire le esigenze delle 50 000 nuove poste per pollame create sull’arco di due anni nel Cantone. La città di Ginevra è cinta da una fascia verde che si estende su più di 11 000 ettari di superficie agricola utile (SAU) e ricopre più del 35 % del territorio cantonale (media svizzera: 36 %). Un terzo della superficie del Cantone di Ginevra è quindi riservato alla produzione di derrate alimentari provenienti principalmente dalla produzione vegetale. Benché rappresenti soltanto l’1 % dell’agricoltura elvetica (per quanto concerne il numero di aziende, la superficie e il reddito lordo), è il terzo Cantone per quanto riguarda la viticoltura e le colture in serra e in tunnel.

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Con all’incirca 2700 bovini e 5 aziende lattiere (ca. 300 vacche da latte), la produzione animale ginevrina non ha mai avuto un ruolo di punta.

Evoluzione della filiera avicola

La prospettiva di un futuro crollo dei prezzi dei cereali che coprono un terzo della SAU cantonale e sono pressoché totalmente coltivati secondo i principi della produzione estensiva spinge gli addetti ai lavori ad attivarsi. Nella ricerca di alternative, un agricoltore di Troinex ha l’idea di valorizzare meglio la campicoltura. Nel 2001 realizza una stalla per 4000 polli. Nell’allevamento della razza a collo nudo dal mantello nero, dopo una novantina di giorni si ottiene un pollo ruspante di alta qualità; il bacino ginevrino può così vantare un nuovo prodotto di prossimità. Da una quindicina d’anni i clienti fanno a gara per accaparrarsi direttamente presso l’azienda la metà della produzione annua pari a 12 000 polli.

Ma l’agricoltore non si ferma. Riunisce le forze necessarie per adeguare le infrastrutture per la macellazione regionali realizzate una trentina di anni prima. Nel 2005 apre i battenti il macello di Perly completamente ristrutturato. In questo nuovo stabilimento è possibile trattare ogni tipo di pollame, delle taglie più disparate, sull’arco della stessa giornata, a un ritmo di 2000 capi all’ora e fino a 10 000 capi al giorno. Il macello, aperto due-tre giorni la settimana, è quindi in grado di accogliere il frutto dell’evoluzione in atto in questa filiera.

Qualche anno dopo, un altro giovane agricoltore riprende l’azienda familiare comprendente una sessantina di ettari, di cui la metà a cereali, e decide di abbandonare l’allevamento di vacche da latte optando per il pollame. Nel 2015 costruisce un pollaio per 12 000 ovaiole in una zona isolata, racchiusa tra l’autostrada e il bosco, nell’enclave ginevrina di Céligny. Le dimensioni dell’azienda e la produzione di uova su vasta scala imprimono una svolta all’allevamento nel Cantone di Ginevra; i consumatori possono ormai acquistare uova di prossimità nei supermercati cantonali.

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Costruzione del pollaio per 12 000 ovaiole a Céligny

Nel 2016 si uniscono a lui due giovani agricoltori di Jussy e Satigny che avevano ripreso due aziende rispettivamente di 100 e 60 ettari (nelle quali il 40 – 50 % della superficie era riservato ai cereali). Ognuno di essi realizza un pollaio per l’ingrasso di 18 000 polli semi-ruspanti (durata dell’ingrasso: 2 mesi). I due edifici sono identici e complementari. Misurano 1400 m2, sono dotati di un giardino d’inverno nonché di un accesso al pascolo e sono stati concepiti con un sistema di recupero del calore che consente di risparmiare il 50 % di energia. Ogni pollaio è suddiviso in due padiglioni ben distinti, con produzione scaglionata di quattro lotti in modo da consentire una fornitura costante per un volume di 240 000 galletti e polli all’anno. Tutta la produzione è ritirata dal macello di Perly dove si riforniscono la grande distribuzione e le strutture di ristorazione collettiva ginevrine.

Marchio di garanzia

Questi nuovi pollai si fregiano del marchio Genève Région – Terre Avenir (GRTA), creato dal Cantone di Ginevra nel 2004, il cui obiettivo è consentire l’identificazione dei prodotti agricoli trasformati e confezionati nella regione. L’offerta di prossimità commercializzata sotto questo marchio, comprendente 500 prodotti, si è quindi arricchita di due nuovi importanti prodotti: uova e polli. Per poter nutrire questi volatili tassativamente locavori (esigenza del marchio), che consumano ogni anno circa 1500 tonnellate di alimenti, la filiera ha dovuto adeguarsi anche a monte.

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Uova ginevrine nel reparto self-service dei supermercati

Da sempre, il Moulin de la Plaine ritira la produzione cerealicola della regione. Ubicato nel Comune di Dardagny, funziona con le acque dell’Allondon dal 1321. Un tempo di proprietà della Signoria di Dardagny, dal 1921 è gestito dai coltivatori di cereali. Il mulino, organizzato sotto forma di cooperativa, ritira, cerne ed essicca i cereali ginevrini per produrre alimenti per animali. Tuttavia, gli impianti in legno risalenti all’inizio del secolo scorso sono troppo obsoleti per soddisfare le esigenze nutrizionali quotidiane di 55 000 polli. La cooperativa decide quindi di lanciarsi in un progetto con un investimento considerevole che prevede la realizzazione di un nuovo mulino nel 2017.

I beneficiari

È così che nel giro di pochi anni Ginevra ha trasformato le sue strutture in modo che dal campo di grano al pollo arrosto (o alla frittata), passando per il mulino e il macello, il consumatore possa far capo a una filiera locale completa. Questo tipo di approvvigionamento a chilometro zero prevede anche un ciclo chiuso per quanto concerne il concime, poiché le deiezioni prodotte dai nuovi allevamenti di polli vengono restituite ai terreni ginevrini sui quali sono coltivati i cereali all’origine di tutto il processo. Grazie a questa evoluzione gli agricoltori hanno potuto diversificare le loro fonti di reddito e si è innescata una dinamica positiva per quanto riguarda le attività delle aziende a monte e a valle. Il principale beneficiario di questa importante trasformazione delle strutture agricole cantonali è però il consumatore ginevrino, considerato che, in generale, in Svizzera soltanto la metà degli 11 chilogrammi di pollame consumati pro capite all’anno è di produzione indigena.

Céline Perroux, Direction générale de l’agriculture et de la nature de Genève, celine.perroux@etat.ge.ch

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