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La produzione agricola dipende in larga misura da servizi degli ecosistemi naturali. La produzione agricola necessita per esempio di acqua in quantità e qualità sufficienti ma anche la struttura del suolo e la fertilità sono funzioni essenziali per un buon funzionamento degli ecosistemi agricoli. I numerosi e variegati organismi che vivono negli ecosistemi agricoli forniscono prestazioni come l’impollinazione delle colture oppure il controllo biologico degli organismi nocivi. Proteggere la biodiversità significa al contempo assicurare la produttività delle superfici agricole per il futuro.

Le api mellifere e quelle selvatiche garantiscono congiuntamente l’impollinazione in Svizzera

In campicoltura, frutticoltura e orticoltura la resa e la qualità di molte colture dipendono da un’impollinazione sufficiente ad opera degli insetti. A livello globale il 75 % delle colture principali e il 35 % dei raccolti mondiali dipendono da impollinatori animali (cfr. foto seguente). Secondo le stime, il valore economico annuo dell’impollinazione nell’agricoltura svizzera è pari a 341 milioni di franchi (cfr. tabella seguente da Sutter et al. 2017a).
 
Il valore economico diretto dell’attività impollinatrice per la Svizzera si basa sul volume di produzione annuale e sul valore aggiunto medio di tutte le colture prodotte in Svizzera in cui l’impollinazione da parte degli insetti contribuisce all’incremento del volume di resa (secondo Klein et al. 2007). Non sono considerati gli effetti dell’impollinazione sulla qualità del raccolto. Nel caso delle fragole, per esempio, la forma del frutto, il tenore di zucchero e l’attitudine allo stoccaggio, sono aspetti determinanti per il prezzo di bacche e frutta, sui quali l’impollinazione incide positivamente. Tale calcolo è pertanto una stima conservativa in quanto si concentra esclusivamente sul volume.

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Un’ape mellifera visita un fiore di colza, aumentandone la resa tramite l’ottimizzazione dello scambio di polline (foto di Matthias Tschumi).

Valore dell’attività impollinatrice degli insetti nell’agricoltura svizzera

ProdottoColturaValore dell’impollinazione da parte
degli insetti (mio. CHF)
 
FrutticolturaMele151,0 
 Albicocche17,7 
 Pere37,9 
 Susine e prugne9,5 
 Cotogne0,5 
 Ciliegie27,8244
    
CampicolturaFagioli0,5 
 Colza17,7 
 Girasole1,920
    
Bacche e verduraFragole16,7 
 Cetriolo14,1 
 Lamponi22,3 
 Ribes a grappoli0,6 
 Kiwi1,2 
 Zucche16,9 
 Uva spina0,1 
 Pomodori5,277

Fonte: Sutter et al. 2017a

Di questo valore circa la metà può essere attribuito a impollinatori selvatici (Kleijn et al. 2015). Le api mellifere e quelle selvatiche sono i principali impollinatori. Sono sempre più messe sotto pressione da malattie, scarsità di fiori e utilizzo di pesticidi. Nel caso delle api selvatiche il frazionamento del loro habitat e l’impoverimento della qualità dello spazio vitale hanno un impatto negativo. Agroscope studia pertanto se sussista un cosiddetto deficit di impollinazione per le colture impollinate dagli insetti in Svizzera. La ricerca comprende le colture di colza, girasole, favette, fragole, ciliegie e mele. In Svizzera queste colture sono coltivate su circa 65 000 – 70 000 ettari ed esigono in misura diversa l’impollinazione tramite insetti (cfr. grafico seguente). Si tratta in parte di colture dall’alto valore aggiunto in cui l’impollinazione influisce in maniera rilevante sulla resa. In particolare per le varietà di frutta che fioriscono presto le api selvatiche sono molto importanti in quanto alcune specie sono attive già a basse temperature. In caso di necessità, sulla base di queste ricerche si può realizzare un monitoraggio dell’impollinazione.

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Nuove vie per assicurare l’attività impollinatrice a lungo termine

Effettivi di api mellifere sane e biocenosi di api selvatiche numerose e ricche di specie garantiscono un’efficiente impollinazione delle colture. Nell’agricoltura sono attualmente applicati due metodi per assicurare l’impollinazione delle colture. Da un lato si può ricorrere all’impiego puntuale di api mellifere, api selvatiche e bombi disponibili in commercio. Questa opzione è utilizzata prevalentemente nei frutteti dove l’abbondanza e la qualità del raccolto dipendono in forma sostanziale dal fatto che l’impollinazione possa avvenire durante un periodo di fioritura breve. Non è dato sapere in quale misura questa gestione con l’ausilio di impollinatori sia già praticata oggi nei frutteti svizzeri, nonché se questo metodo funzioni altrettanto bene come una biocenosi naturale di impollinatori. Dall’altro si possono creare condizioni di vita favorevoli per le popolazioni di api selvatiche presenti in natura gestendo il paesaggio agricolo svizzero e le zone adiacenti ai frutteti in maniera da accrescere la biodiversità. Nel 2015 a tal fine è stata integrata nell’ordinanza sui pagamenti diretti una superficie per la promozione della biodiversità, ovvero «strisce fiorite per impollinatori e altri organismi utili» (Consiglio federale 2014, 2016). In questo settore Agroscope è stato un apripista (cfr. paragrafo qui sotto sulle strisce fiorite per impollinatori).

Siepi e maggesi fioriti favoriscono organismi utili e impollinatori

La valenza di organismi utili e impollinatori per la produzione agricola è una questione importante non soltanto in Svizzera, bensì anche a livello internazionale. Al momento non si dispongono tuttavia di sufficienti informazioni riguardo a molte interazioni in questo vasto ambito. Sono stati pertanto predisposti mezzi ingenti per lo studio di tali interazioni tramite fondi di ricerca internazionali. Agroscope e i suoi partner di progetto di Germania, Estonia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Italia e Ungheria hanno studiato, nell’ambito del progetto di ricerca europeo QuESSA («Quantification of ecological services for sustainable agricolture», www.quessa.eu), l’attività impollinatrice e il potenziale di controllo degli organismi nocivi riconducibile a insetti e ragni (cfr. foto seguenti). A tal fine sono state misurate l’impollinazione tramite insetti, il naturale controllo degli organismi nocivi a dipendenza delle superfici per la promozione della diversità seminate a livello locale e l’eterogeneità di elementi paesaggistici. Si è altresì voluto appurare se l’impollinazione e il naturale controllo degli organismi nocivi influenzano il raccolto in maniera indipendente l’una dell’altro o se i benefici sono frutto di un’azione combinata.

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Sopra: il meligete della colza mangia il polline in un fiore di colza, accorciandone il periodo di fioritura, sotto: i carabidi si nutrono delle larve del meligete della colza prima di impuparsi nel terreno (foto: Matthias Tschumi, Louis Sutter).


Nei paesaggi con una quota più elevata di superfici per la promozione della biodiversità l’attività impollinatrice degli insetti è aumentata del 10 per cento e la riduzione degli organismi nocivi tramite organismi utili nelle colture ha registrato un incremento del 13 per cento. Nei campi confinanti con una superficie per la promozione della biodiversità l’attività impollinatrice ha registrato un incremento maggiore rispetto a quelli accanto a una coltura campicola. Il naturale controllo degli organismi nocivi tramite gli organismi utili ha permesso di aumentare il raccolto anche del 7 per cento, presupposta un’intensità di gestione media. Si può concludere che, oltre a un’elevata quota di superfici per la promozione della biodiversità nel paesaggio, anche l’impianto di una siepe o di maggesi fioriti accanto a una coltura campicola intensifica questi servizi ecosistemici, il che ha un impatto positivo sul raccolto (secondo lo studio di Agroscope di Sutter, Albrecht & Jeanneret 2017). In collaborazione con colleghi francesi è stato prodotto un breve filmato con le riprese video in un campo che mostra quali organismi utili presenti e in che modo possono ridurre il numero di organismi nocivi.

Finora l’impollinazione e il naturale controllo degli organismi nocivi sono stati studiati perlopiù singolarmente senza considerare potenziali interazioni tra l’una e l’altro. In un esperimento condotto da Agroscope si sono rilevati significativi effetti sinergici tra l’impollinazione tramite insetti e il controllo degli organismi nocivi sul raccolto della colza. La combinazione dei due fattori ha permesso di aumentare il raccolto del 23 per cento, benché soltanto il 7 e il 6 per cento possono essere spiegati tramite le singole prestazioni ecosistemiche. Gli effetti sinergici ammontavano quindi al 10 per cento. Di conseguenza era superiore anche il contenuto di olio dei semi di colza il che ha determinato un ulteriore aumento della reddittività del 12 per cento. Questo significativo effetto dell’interazione tra impollinazione e naturale controllo degli organismi nocivi sottolinea la loro importanza per la produzione di derrate alimentari (Sutter & Albrecht 2016).

Nel quadro del progetto, Agroscope ha anche mostrato che la preservazione di varietà rare e l’impollinazione di piante utili possono essere promosse adottando misure identiche nell’agricoltura. Nell’ambito di un’ampia rilevazione di impollinatori a contatto con i fiori in diversi elementi paesaggistici come strisce, fasce marginali dei campi, prati e maggesi fioriti si è riscontrato che un’elevata biodiversità vegetale favorisce in ugual misura sia api rare, sia quelle che sono importanti per l’impollinazione di piante coltivate. Molte specie di api selvatiche possono tuttavia essere promosse soltanto se sono presenti specie vegetali specifiche come per esempio l’erba di San Giovanni, l’origano o l’echio comune, mentre le api mellifere visitano frequentemente anche il trifoglio rosso e quello bianco (Sutter et al. 2017b).

Strisce fiorite per gli organismi utili – rese più elevate e biodiversità, minore uso di pesticidi e un paesaggio variato

Durante due anni ricercatori di Agroscope hanno impianto e monitorato 125 strisce fiorite per organismi utili in stretta collaborazione con agricoltori e scuole d’agricoltura svizzere. Questo ampio test pratico era il presupposto per l’introduzione di strisce fiorite per organismi utili quale superficie per la promozione della biodiversità avente diritto a contributi a partire dal 2017 (link all’articolo sulle SPB). Siccome, prima che una miscela di semi entri in commercio, è sempre necessaria un’ampia verifica in diversi luoghi, le caratteristiche agronomiche sono state valutate su diversi terreni e strutture aziendali. Sono state testate le miscele di semi per le quali si è rilevata una riduzione efficace di organismi nocivi nelle colture di frumento e di patate. Agli agricoltori sono state chieste le loro impressioni ed è stata effettuata una stima della reddittività.

Gran part delle strisce fiorite annuali seminate recentemente per favorire la presenza di organismi utili crescono da bene a molto bene (cfr. foto seguente). Una preparazione accurata del letto di semina, la scelta dell’ubicazione e il tempo sono stati determinanti per l’ottimo risultato. Dai sondaggi è emerso che gli agricoltori erano convinti dell’utilità delle strisce fiorite atte a favorire la presenza di organismi utili e non hanno avuto l’impressione che il carico di lavoro fosse troppo elevato. Per quanto concerne le colture di frumento, in quota dal 2 all’8 per cento le strisce fiorite atte a favorire gli organismi utili hanno permesso di ridurre i danni alle foglie dovuti alla criocera dei cereali rispetto a campi senza strisce fiorite fino a una distanza di 40 – 50 metri (Tschumi et al. 2016a; b).

L’impianto e la cura delle strisce fiorite atte a favorire la presenza di organismi utili è più cara rispetto alla monocoltura. Se, però, tramite la promozione degli organismi utili è possibile ridurre l’utilizzo di prodotti fitosanitari e aumentare la resa, calano i costi supplementari e determinano già nel caso di minimi aumenti della resa un migliore risultato dal profilo economico (Tschumi et al. 2015).

I risultati mostrano che le strisce fiorite atte a favorire gli organismi utili contribuiscono alla promozione della biodiversità della flora e della fauna in campicoltura. Il minore utilizzo di insetticidi permette inoltre di favorire indirettamente la biodiversità e riduce l’inquinamento del suolo e dei corsi d’acqua. Le strisce fiorite per organismi utili non sono soltanto attrattive per gli insetti, ma anche i passanti apprezzano le strisce variopinte nel paesaggio rurale.

In ragione dei risultati promettenti e delle esperienze positive nella pratica, l’UFAG ha autorizzato le due miscele di semi «Strisce fiorite per organismi utili semina primaverile» e «Strisce fiorite per organismi utili semina autunnale» per la promozione degli organismi utili in campicoltura. È stata altresì creata la piattaforma di ricerca «Habitat fioriti». Dal 2017 queste due miscele di semi per le superfici per la promozione della diversità «Superfici fiorite per impollinatori e altri organismi utili» sono disponibili in commercio e danno diritto a contributi. Per la produzione estensiva e quella biologica le strisce fiorite per organismi utili possono essere particolarmente interessanti in quanto offrono una delle poche alternative disponibili agli insetticidi. Ciò potrebbe anche eliminare gli ostacoli alla conversione a tali metodi di produzione.

Un’agricoltura sostenibile, che ricorra a meno prodotti ausiliari o ad alternative, si appoggia su efficaci prestazioni per il controllo di organismi nocivi tramite organismi utili. A tal fine sono necessarie superfici per la promozione della biodiversità in sintonia con la natura come prati, siepi, strisce e maggesi fioriti. Spesso nelle regioni campicole vi è una mancanza di tali superfici. Qui le strisce fiorite per organismi utili possono aiutare a ridurre questa lacuna in quanto sono adeguate ai processi del lavoro degli agricoltori. Un ampio utilizzo di strisce fiorite atte a favorire gli organismi utili ridurrebbe in maniera significativa l’inquinamento dell’ambiente con pesticidi e contribuirebbe in maniera essenziale al raggiungimento degli obiettivi ambientali nell’agricoltura.

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Le strisce fiorite nel pieno della fioritura attirano un gran numero di organismi utili. Ciò contribuisce a mantenere al di sotto della soglia nociva il numero di parassiti nel campo di frumento circostante (foto Matthias Tschmi).

Bibliografia

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Klein, A.M, Vaissière, B., Cane, J., Steffan-Dewenter, I., Cunningham, S., Kremen, C., Tscharntke, T. (2007) Importance of pollinators in changing landscapes for world crops Proc. R. Soc. B 2007 274 303-313
 
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Louis Sutter, Katja Jacot, Philippe Jeanneret, Matthias Albrecht, Felix Herzog, Thomas Walter, Agroscope, Settore di ricerca Agroecologia e ambiente, Agroscope
Jérôme Frei, UFAG, Settore Sistemi agroambientali e sostanze nutritive,jerome.frei@blw.admin.ch

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